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venerdì 3 febbraio 2006 ANNO LXII N.33 www.lasicilia.it |
Tutti gli uomini delle carrozze
Le carrozze del Senato sono pronte per la storica passeggiata a cavallo: dal Duomo a piazza Stesicoro (fino alla chiesa di San Biagio), per la parata in onore di Sant’Agata che avrà inizio intorno alle 11,30, e vedrà salire - davanti - sul cocchio principale, il sindaco, il cerimoniere, il segretario generale e il presidente del Consiglio comunale.
A seguire invece, il "piccolo guscio d’uovo" ospiterà quattro componenti della Giunta. E sono tutte tirate a lucido per l’occasione le antiche berline di gala, grazie al lavoro dello staff diretto da Giuseppe Galeano, a capo della falegnameria comunale ormai da diversi anni: controlli ogni quattro mesi, manutenzione periodica e, una settimana prima dell’atteso giorno, revisione generale e totale.
Cinque operai a lavoro (coordinati da Nino Fortunato) per pulire, ingrassare le cinghie (quelle posteriori, che ammortizzano il peso), ritoccare i mozzi delle ruote, controllare le maniglie e i drappi settecenteschi abbelliti dagli stemmi in ottone: "Perché il restauro principale lo abbiamo fatto nel 1999 - spiega Galeano - ma ogni volta bisogna mettere tutto a punto, considerato che le carrozze sorreggono più di 200 anni di storia».
Lui che sotto la pancia del veicolo in legno, proprio nelle traversine, quell’anno (coricatosi a terra per gli ultimi ritocchi), scorse una scritta che lo lasciò senza parole: «La precedente ristrutturazione, avvenuta nel dopoguerra era stata effettuata da un tale che aveva il mio stesso cognome, ma che non era mio parente - spiega - e che aveva firmato il suo lavoro con una scritta dipinta nella parte inferiore». Sarà un caso fortuito, una coincidenza, ma per un devoto come lui, la lettura tra le righe lascia intendere una volontà «che si rifà a un disegno divino».
Voluto naturalmente dall’Amata. E’ regale la carrozza: e lo sarà ancor di più quando, stamane, verrà agganciata a sei cavalli, presi a nolo da un privato: «Questi ultimi devono avere caratteristiche davvero singolari - continua Giuseppe - un’andatura elegantissima, ma soprattutto devono essere mansueti e docili, considerato che ci sono i botti delle candelore e il rischio è che s’imbizzarriscano: proprio per questo, i cocchieri vengono prescelti dai proprietari dei cavalli». Sono principesche le carrozze. E lo saranno ancor di più, quando vi monteranno sopra i valletti (alcuni impiegati comunali designati dal commendatore Luigi Maina), vestiti a festa con gli sfarzosi costumi commissionati dal Comune, e realizzati a mano a immagine e somiglianza di quelli storici.
E lo saranno ancor di più con la folla ad acclamare e con la musica a riempire l’atmosfera d’altri tempi. Ma prima di quel momento, è il signor Giuseppe Blandini (uno degli uomini delle celebrazioni, collaboratore del regista della festa), da 16 anni addentro ai lavori, che racconta quanta fatica e quanti sforzi ci vogliono, per scendere in strada quelle carrozze che pesano centinaia di chili e che durante l’anno vengono posteggiate nell’atrio rialzato di Palazzo degli Elefanti. «Occorrono ben venti operai delle Manutenzioni edifici comunali - dice Blandini - diretti dal signor Pippo Scalia, che coordina la discesa attraverso una pedana di legno. E tutto dev’essere fatto con professionalità e con la massima cautela, per evitare di provocare danni al nostro prezioso cimelio settecentesco ». Racconta Blandini. E nel frattempo, rivede le immagini della sua memoria sempre uguali: cambiano i personaggi, la città si ammoderna, le generazioni vecchie fanno largo alle nuove, ma il rito rimane lo stesso. Sontuoso. Solenne.
E mentre si perde nei racconti di una vita, arriva una scolaresca della materna Cesare Battisti, in uscita libera per la tradizionale visita: i bambini alzano lo sguardo verso le carrozze e rimangono a bocca aperta. Eppur non sanno che, tra la moquette dei sedili e l’oro delle rifiniture, c’è un pezzetto di storia di questa festosa città.