Il dialogo come strumento di ricerca - azione
Attraverso
la narrazione dell’esperienza sin qui condotta, vogliamo evidenziare alcuni
momenti cruciali del percorso educativo realizzato.
Entrati
nell’aula di informatica, i bambini, stimolati dal desiderio di “scoprire” lo
strumento informatico, partendo dall’osservazione e dall’analisi dell’ “oggetto
computer”, costruiscono un loro personale percorso mentale, ponendo domande a se
stessi e all’insegnante: ed ecco crearsi il dialogo, il trait d’union tra
l’abilità di pensare sul piano personale e l’abilità di comunicare sul piano
collettivo.
Schematizzando:
PENSARE |
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PIANO PERSONALE |
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DIA – LOGO |
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PARLARE |
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PIANO COLLETTIVO |
Il primo passo è osservare ciò che stimola la
curiosità: il computer. Osservazione, curiosità, desiderio di scoprire; il
secondo passo è essere capaci di esprimere ciò che si è pensato con parole, in
forma di interrogazione. I bambini pongono spontaneamente tante domande ciascuna
diversa. Il bambino prende atto che esistono diversi “itinerari” di ricerca,
propri del processo cognitivo. Il dialogo, come metodo didattico, contribuisce a
realizzare tali percorsi, contribuendo allo sviluppo del pensiero creativo.
I bambini concretizzano “l’immagine pensata e
costruita” con la rappresentazione grafica del computer e disegnano se stessi,
soggetti attivi, pronti ad appropriarsi dell’ “oggetto ammirato”, attivando i
meccanismi di percezione visiva, uditiva, tattile e di orientamento spazio -
temporale, attraverso l’uso dei dispositivi di input (la tastiera e il mouse) e
dei dispositivi di output (il monitor e la stampante).
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